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domenica 20 luglio 2025

Un bilancio subito controverso, patto Londra-Berlino sulla difesa, la svolta militarista danese

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Il Sole 24 Ore
Europa24

di Michele Pignatelli

20 luglio 2025

LA SETTIMANA

Un bilancio subito controverso, patto Londra-Berlino sulla difesa, la svolta militarista danese

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presenta la proposta di quadro finanziario pluriennale dell’Esecutivo Ue EPA/OLIVIER MATTHYS

Buongiorno e bentornati su Europa24 in una settimana che è stata di fatto l’ultima prima della pausa estiva nelle attività istituzionali dell’Unione europea. Centrale l’attesa presentazione da parte della Commissione Ue, mercoledì, della proposta di bilancio pluriennale 2028-2034: un documento difficile da mettere a punto, con trattative e limature fino all’ultimo, che ha sùbito suscitato numerose critiche. Alcuni governi, come quello tedesco, ne criticano le dimensioni vicine ai duemila miliardi, giudicate eccessive; le regioni e alcuni settori, agricoltura in testa, contestano l’accorpamento di tradizionali pilastri della politica comunitaria, quali appunto agricoltura e coesione; fanno infine discutere le nuove risorse proprie proposte per rimpinguare il budget senza chiedere eccessivi aumenti nei contributi nazionali, a cominciare da una controversa tassa sulle grandi imprese.

I negoziati con i Paesi membri che si terranno da qui al 2027 si annunciano dunque complessi e per il via libera servirà l’unanimità, prima che il quadro finanziario pluriennale sia sottoposto al voto finale del Parlamento europeo.

Nessuna pausa estiva, almeno per ora, nel confronto sul commercio con gli Stati Uniti. Dopo la lettera con cui il presidente Usa Donald Trump annunciava dazi del 30% all’Unione europea da agosto, i ministri del commercio Ue hanno deciso di tenere ancora aperta la via diplomatica, anche se Bruxelles ha ulteriormente perfezionato una lista di contromisure su 72 miliardi di beni Usa che potrebbe colpire in caso di mancato accordo. Il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, è tornato negli Stati Uniti dove ha avuto incontri con le controparti americane e venerdì ne ha riferito agli ambasciatori del 27. Non si vedono per ora molti spiragli, con Trump che, secondo alcune fonti, sembra intenzionato a imporre tariffe minime del 15-20% su tutti i beni europei, ma si tratta a oltranza.

Pochi progressi sul fronte diplomatico anche nella guerra in Ucraina, che registra tuttavia un nuovo riavvicinamento tra Trump e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. La Ue da parte sua, cadutal’opposizione della Slovacchia, ha approvato il 18esimo pacchetto di sanzioni nei confronti di Mosca.

Gli effetti a catena dell’invasione russa si fanno peraltro sentire anche nei singoli Paesi europei. È di questa settimana la firma del primo trattato bilaterale tra Regno Unito e Germania dal 1945, suggellato dalla visita a Londra del cancelliere tedesco, Friederich Merz. Centrale, quasi superfluo sottolinearlo, è un accordo di cooperazione nel campo della difesa e della sicurezza.

La guerra in Ucraina (ma anche le ambizioni di Trump sulla Groenlandia) sono poi tra le principali motivazioni della svolta militarista (ed europeista) della Danimarca, che vi raccontiamo in questo reportage dal Paese presidente di turno dell’Unione europea.

In chiusura vi suggeriamo due approfondimenti: il podcast Macro di questa settimana dedicato alla Spagna di Pedro Sanchez, un Paese a metà strada tra modello a cui ispirarsi e fenomeno in declino, e il servizio su bullismo e cyberbullismo in crescita in Europa, realizzato nell’ambito del progetto di giornalismo collaborativo Pulse di cui Il Sole 24 Ore è parte.

Continuate a seguirci su Europa24, domenica 27 luglio l’ultimo numero prima della pausa estiva.

IL GRAFICO DELLA SETTIMANA

La ripartizione del budget Ue 2028-2034

Fonte: Commissione europea

VISTO DA BRUXELLES

La scommessa su coesione e agricoltura e la lezione di NextGenerationEU

di Beda Romano

La proposta di bilancio comunitario 2028-2034 presentata nei giorni scorsi dalla Commissione europea è il primo tassello di un negoziato che sarà lungo e tortuoso. Le carte sono in mano al Consiglio che deve trovare un compromesso accettabile per tutti i Paesi membri. Il Parlamento dovrà dare il suo consenso. Le prime critiche non sono mancate. C’è chi ha accusato la presidente Ursula von der Leyen di avere imposto le sue scelte in barba al collegio dei commissari. Gli agricoltori protestano per i tagli ai fondi agricoli. Alcuni governi hanno puntato il dito contro un bilancio troppo generoso. Nessuna sorpresa: non vi è trattativa europea che non inizi con salve di avvertimenti e minacce di ostruzionismo.

La novità più interessante è l’idea di accorpare coesione e agricoltura, così come il denaro per gestire i flussi migratori, proteggere le frontiere, assicurare la sicurezza interna. Si passa da un bilancio basato sui programmi a un bilancio fondato sulle politiche. La proposta può non piacere a tutta prima, c’è un rischio di nazionalizzare l’uso dei fondi, ma come non ammettere che le necessità degli anni 60 del XX secolo non sono quelle degli anni 30 del XXI secolo? È l’occasione di cogliere le lezioni del NextGenerationEU. Il denaro sarà distribuito sulla base di obiettivi e riforme. L’Italia non è mai stata un allievo modello nella spesa di coesione. Forse il nuovo bilancio comunitario potrebbe costringerla a migliorare.

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