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domenica 14 aprile 2019

Cina, il gigante asiatico alla prova del Pil

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Il Sole 24 Ore
Sette24 - Le storie da sapere per cominciare la giornata

di Alberto Magnani

15 aprile 2019

I DATI DEL PRIMO TRIMESTRE

Cina, il gigante asiatico alla prova del Pil

Cina, attesa per il dato sul Pil (Reuters)

Cina, attesa per il dato sul Pil (Reuters)

I tentativi di intesa con l’Europa, il conflitto (quasi) sanato con gli Usa, le turbolenze internazionali. Sono le premesse che accompagnano la Cina verso uno dei banchi di prova più delicati per il governo di Pechino: il dato sull’andamento del Pil nel primo trimestre 2019, in uscita il 17 di aprile. Gli analisti si aspettano una crescita del “solo” +6,3%, la meno robusta fra quelle che si sono registrate negli ultimi anni.

È difficile che i mercati vadano in subbuglio per una decelerazione della crescita, già data per scontata, ma i numeri andranno osservati per capire l’indirizzo del gigante asiatico. Sempre in settimana, l’esecutivo sarà alle prese conun nuovo roundi di negoziati con Washington per siglare l’armistizio sulla cosiddetta guerra commerciale: l’escalation reciproca di dazi avviata nell’estate 2018 da Trump, nel tentativo di ridimensionare il pesante deficit commerciale degli States rispetto alla Cina. Il dipartimento del Tesoro, capitanato da Seven Mnuchin, si dice positivo sul raggiungimento di un’intesa in tempi stretti.

Dopo il compromesso con Washington, Pechino dovrà tornare a lavorare con l’Europa. Il summit Ue-Cina che si è svolto il 9 di aprile ha sancito l’impegno reciproco dei due blocchi a disciplinare i «reciproci rapporti commerciali», tentando di frenare le tendenze di Pechino alla «rapina tecnologica» (l’acquisizione della proprietà intellettuale delle aziende europee) e i rischi impliciti alla rivoluzione delle reti di quinta generazione.

Talking points!
1) Europa, Usa, Cina: la guerra dell’export in cinque grafici

2) Usa e Cina, àncore di salvataggio per l’export

L’AGENDA POLITICA

Governo, il Def sbarca in aula

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Dopo le polemiche, si entra nel vivo. Inizieranno lunedì 15 aprile, oggi, le audizioni sul Documento di economia e finanzada parte delle Commissioni bilancio di Senato e Camera. Il testo si prepara al vaglio del parlamento dopo le polemiche scatenate la scorsa settimana, a partire dal dato - allarmante - sulle prospettive di crescita dell’Italia nel 2019: 0,2%, un dato ulteriormente tagliato a +0,1% dalFondo monetario internazionale.

Dall’Europa sono già arrivate, come da copione, le prime bacchettate. Il commissario agli Affari monetari Pierre Moscovici ha richiamato Roma al rispetto dei parametri su deficit e debito, una «questione di credibilità» rispetto ai partner europei. Il documento approvato lo scorso martedì dal Consiglio dei ministri porta infatti quasi 47 miliardi di euro in più di “dote” al nostro debito pubblico, scatenando gli interrogativi del caso su dove e come trovare la copertura nei prossimi due anni.

COSA SUCCEDE IN EUROPA

Bruxelles, giorno del giudizio sul copyright

Visitatori all’Europarlamento di Bruxelles (Epa)

Visitatori all’Europarlamento di Bruxelles (Epa)

La saga della riforma Ue del diritto d’autore non è ancora finita. L’ultima parola sulla direttiva sul copyright,approvata il 26 marzo all’Eurocamera, spetta al Consiglio europeo, che si riunirà oggi per “bollinare” definitivamente il testo. Il provvedimento dovrebbe incassare il via libera del Consiglio, dopo un processo legislativo che si è trascinato con polemiche furibonde dal 2016. Nel frattempo, dal 15 al 18 aprile, si riunisce a Strasburgo l’Europarlamento per lultima sessione plenaria della legislatura 2014-2019. All’ordine del giorno il voto sull’obbligo di installare a bordo tecnologie di sicurezza (16 aprile), la «introduzione di nuovi diritti per i lavoratori a chiamata» nel settore della gig economy, il rafforzamento dei controlli di frontiera con 10mila agenti (17 aprile) e la proroga al 31 ottobre dell’avvio della Brexit (17 aprile).

DOPO L’ARRESTO

Assange, il destino dell’ex stella di WikiLeaks

Julian Assange al momento dell’arresto (Reuters)

Julian Assange al momento dell’arresto (Reuters)

Il fondatore di WikiLeaks Julian Assangeè stato arrestato a Londra l’11 aprile,nella stessa ambasciata dell’Ecuador dove si era rifugiato nel 2012. Ora l’attivista e giornalista australiano, nota per aver svelato oltre 250mila documenti confidenziali della diplomazia Usa, affronterà la richiesta di estradizione negli Stati Uniti con l’accusa di «cospirazione». Rischia fino a cinque anni di carcere, anche se i suoi guai giudiziari potrebbero non esaurirsi al cospetto dei tribunali americani. La magistratura svedese potrebbe riaprire le indagini sul suo conto, dopo aver chiuso nel 2017 un’inchiesta su un presunto stupro commesso dall’hacker nel paese scandinavo.

DA GOLDMAN SACHS ALL’’EUROZONA

Trimestrali e dati macro

Netflix, il 16 aprile la trimestrale (Ap)

Netflix, il 16 aprile la trimestrale (Ap)

Cina a parte, l’agenda dei mercati è monopolizzata da trimestrali Usa e dati macro su scala continentale. Lunedì 15 aprile arrivano i bilanci del primo trimestre 2019 di Citigroup e Goldman Sachs, martedì 16 aprile di Bank of America, Blackrock e il colosso dello streaming Netflix, mercoledì 17 aprile Morgan Stanley e Pepsi, giovedì 18 aprile American Express e Philip Morris. Fra i dati macro, occhi puntati su produzione industriale Stati Uniti (16 aprile), bilancia commerciale Eurozona e Stati Uniti, oltre all’inflazione dell’Eurozona (17 aprile).

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