| | | | | | | | | | | | – di Alberto Magnani | | | | | LE ELEZIONI A MADRID Spagna al voto, l’indecisione al potere | |  | | Spagna al voto oggi per il rinnovo del Congresso dei deputati (Reuters) | | | | | | | Comunque vada, c’è un’unica certezza: le elezioni nazionali che si terranno oggi in Spagna produrranno uno dei quadri più confusi della storia politica di Madrid. Gli spagnoli sono chiamati a rinnovare domenica 28 aprile i 350 seggi del Congreso de los Diputado, la Camera dei deputati locale, in un clima dominato da volatilità (oltre il 40% dei votanti si dichiara indeciso) e una frammentazione inedita dello spettro politico del paese. D’altronde siamo arrivati al terzo voto nell’arco di meno di tre anni, un record alla rovescia per una democrazia che veniva considerata fra le meno tumultuose d’Europa. | | La tradizionale alternanza fra Socialisti e Popolari, le forze tradizionali di centrosinistra e centrodestra, potrebbe “esplodere” in una Camera popolata da almeno cinque partiti diversi: gli stessi Socialisti (proiettati dagli ultimi sondaggi intorno al 30%), i Popolari (vittime di una crisi di immagine e schiacciati intorno al 21%), Ciudadanos (forza liberale di destra, indicata intorno al 15%), Unidos Podemos (raggruppamento di sigle di sinistra, stimata verso il 13%) e Vox: il partito di ultradestra che rappresenta la vera incognita del voto di oggi, visto che potrebbe sfondare l’asticella del 10% e diventare il primo partito nazionalista a varcare la soglia della Camera dai tempi di Francisco Franco. Uno scenario che ricorda, da vicino, quello che si potrebbe registrare dopo il voto alle Europee del 23-26 maggio, con la crisi delle famiglie politiche tradizionali e la crescita di forze alternative a sinistra e destra. | | In valori assoluti, si dà per scontata una vittoria dei Socialisti. Ma al momento non si intravvedono combinazioni adatte a formare una maggioranza con il minimo dei seggi necessari (176) né a centrosinistra né a destra. Da un lato il leader socialista Pedro Sanchez è pronto a dialogare con Podemos e le forze progressiste catalane, aprendo a quello stesso partito indipendentista (Sinistra Repubblicana di Catalogna) che ha fatto naufragare il suo governo a febbraio. A destra il neoleader dei Popolari, Pablo Casado, ha infranto un tabù aprendo a una collaborazione con i «fascisti» di Vox pur di strappare una maggioranza in chiave anti-socialista. Contro Casado ci sono gli scetticismi di alcune correnti del suo partito, già irritate dalla sbandata a destra impressa dal leader per recuperare consensi. In suo favore c’è un precedente: l’asse Popolari-Vox, con l’aggiunta di Ciudadanos, si è già materializzato nel governo di una regione-chiave come l’Andalusia. | | | I FATTI DELLA SETTIMANA Storie da Bruxelles (e non solo) | | | 1) Tagli alle tasse e più potere d’acquisto, Macron torna sulla scena
|  | | Il presidente francese Emmanuel Macron (Reuters) | | | | | | | Tagli alle imposte, più potere d’acquisto alle pensioni sotto i 2mila euro, revisione in profondità della scuola delle élite École nationale d'administration. E uno sguardo ai «dimenticati», quella fascia di elettorato che ha innescato l’esplosione di rabbia dei gilet gialli. Sono i capisaldi del lungo discorso che Emmanuel Macron ha tenuto ai suoi francesi il 25 aprile, con 10 giorni di ritardo rispetto alla data ufficiale: quel 15 aprile che resterà nella storia francese per un motivo ben diverso, il rogo della cattedrale di Notre-Dame e il terrore - poi rientrato - di uno suo crollo totale. | | Macron rinsalda così la sua linea politica, autoclassificata come una forma di «radicalismo di centro», senza smuoversi troppo dalla ricetta originaria: sforbiciata alle imposte sul reddito per 5 miliardi, anche se si conferma al contempo l’abolizione della Impôt sur la Fortune (di fatto una patrimoniale); piena indicizzazione delle pensioni inferiori ai 2mila euro, già congelata dallo stesso Macron (un «errore politico» che ha fatto infiammare la protesta dei gilet gialli, per ammissione dello stesso presidente); una revisione radicale della Ena, che si occuperà della formazione della funzione pubblica. Oltre alla previdenza, l’unica concessione al fronte dei gilets jaune è una semplificazione dei meccanismi per indire referendum di iniziativa popolare. | | 2) Il nuovo asse Bruxelles-Tokyo
|  | | Il primo ministro giapponese Shinzo Abe e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk (Epa) | | | | | | | Nella sua visita a Bruxelles del 25 aprile, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha confermato la sintonia fra Tokyo e Bruxelles. E viceversa, visto che i leader europei stanno sottolineando il proprio appoggio al paese in occasione del G20 che si terrà a Osaka nel giugno di quest’anno. Abe ha insistito sull’importanza di una cooperazione commerciale libera e fluida fra l’Europa e il Far-East (con il concept di una «Regione Indo-Pacifico libera e aperta», accolta anche dall’Italia), la salvaguardia dei «valori democratici», la protezione dell’ambiente e la contrarietà a una Brexit senza accordi diplomatici, da scongiurare «in tutti i modi» nei prossimi mesi di trattative. | | Abe ha anche condiviso, ovviamente, le preoccupazioni dell’Europa per l’espansionismo infrastrutturale della Cina, in riferimento alla nuova «Via della seta che dovrebbe radicarsi in Europa». Lo scorso 17 luglio lo stesso Abe ha siglato con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk un accordo di libero scambio Ue-Giapponeche prevede la rimozione semi-completa dei dazi sull’import-export dei due paesi. | | 3) Elezioni, Weber lancia il suo manifesto per le Europee
|  | | Manfred Weber (Afp) | | | | | | | Altri 10mila agenti sulla frontiera entro il 2022, una «Fbi europea» per intensificare la vigilanza sul terrorismo, una forma di tassazione digitale per i colossi tech. Sono alcuni frai 12 punti programmatici che Manfred Weber, lo spitzenkandidat del Partito popolare europeo al voto di maggio, ha annunciato il 23 aprile ad Atene, in occasione del lancio ufficiale della sua campagna elettorale in visto del voto alle Europee. | | A meno di un mese dal voto, e senza l’intralcio della attività legislativa in parlamento, le famiglie politiche possono dare il via alla corsa elettorale. Weber rinsalda le linee guida tracciate nel vertice del Ppe che si era svolto a febbraio proprio ad Atene, la capitale scelta come culla simbolica della campagna per il voto di maggio. Anzi, non solo simbolica, visto che la Grecia andrà alle urne per le nazionali a novembre e il Ppe deve perorare la causa del suo partito affiliato, Nuova Democrazia, contro il «populismo di sinistra» di Syriza. | | Tornando al voto Ue, Weber riassume i suoi obiettivi nell’ambizione di una Europa «forte» (dalla Fbi in versione continentale al rinforzamento delle frontiere), «smart» (con un piano di azione generale per la ricerca sul cancro e la creazione di cinque milioni di posti di lavoro) e «gentile» (con proposte che vanno dalla tassa di equità ai colossi tech). La domanda è se basterà ad attrarre un elettorato corteggiato dalla destra nazionalista, o comunque stanco dei partiti tradizionali. Gli ultimi sondaggi attribuiscono al Ppe un calo di quasi 40 seggi rispetto al voto del 2014. L’obiettivo di Weber, per ora, potrebbe essere quello di frenare l’emorragia. | | | RASSEGNA STAMPA Cosa abbiamo letto in giro, varie ed eventuali | | | 1) Il rogo di Notre-Dame spiegato in 3D
|  | | Un’immagine del rogo di Notre-Dame (Reuters) | | | | | | | Perché era difficile salvare il tetto di Notre-Dame? E soprattutto, come è possibile che l’incendio si sia propagato tanto in fretta in una cattedrale di quella portata storica? Hanno provato a rispondere in tanti, incluso il Sole 24 Ore, citando i vari fattori alla base del disastro: dal tetto spiovente in legno ai limiti di attrezzatura che si possono riscontrare in un ambiente simile. Qui il New York Timesoffre una spettacolare ricostruzione 3Ddel perché Notre-Dame era una «polveriera» pronta a farsi pervadere dalle fiamme. Da leggere, o meglio, guardare. | | 2) Spagna, ritratto di 6 milioni di donne (forse) al voto
|  | | Una sostenitrice di Vox (Afp) | | | | | | | Come abbiamo letto sopra, la Spagna si prepara a uno dei voti più confusi della sua storia recente. L’ago della bilancia sarà rappresentato da una quota di indecisi proiettata fra il 40 e il 45% degli aventi diritto di voto, con l’effetto di rendere ancora più imprevedibile il risultato delle urne. Il quotidiano conservatore El Mundo ha deciso di dedicare un ritratto all’esercito di 6,2 milioni di elettrici che sceglieranno solo oggi dove apporre il proprio voto: 1,4 milioni in più dei 4,8 milioni di uomini che fanno fatica a orientarsi nell’arco parlamentare del Congresso dei deputati | | 3) Il vertice dei populisti europei. Senza Salvini
|  | | Marine Le Pen, al centro, fra Tomio Okamura e Geert Wilders (Reuters) | | | | | | | Dopo il lancio del gruppo di Salvini, i partiti nazionalisti europei tornano a riunirsi. Questa volta, senza il vicepremier italiano che dovrebbe fare da capostipite alla «internazionale populista». Il 25 aprile, una rappresentanza di capi di partito come la francese Marine Le Pen e l’olandese e Geert Wilders si sono dati appuntamento a Praga per lanciare una sfida istituzionale alla «vecchia Europa». Il Wall Street Journal ricostruisce l’evento con uno sguardo dagli Stati Uniti: «Mentre i partiti mainstream soffrono, i nazionalisti Ue uniscono le forze». | | | I TUTORIAL DEL SOLE 24 ORE Come funzionano le istituzioni Ue? | |  | | | | | | | | Daily24 è la nuova newsletter che sostituisce 7:24 con tre diversi appuntamenti: Morning24, dal martedì al sabato, a cura di Marco Alfieri Europa24, tutte le domeniche, a cura di Alberto Magnani Sette24, al lunedì, sarà l'agenda della settimana, a cura di Alberto Magnani | | | | | | | | Disiscriviti | Newsletter | Contatti | Privacy Policy | Informativa sui Cookie | | | | | | | Sei attualmente iscritto con: squarenotizie@GMAIL.COM Il Sole 24 ORE rispetta la tua privacy. Per esercitare i tuoi diritti scrivi a: privacy@info.ilsole24ore.com © Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati | | | |
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