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sabato 7 dicembre 2019

What a Mes! La riforma del fondo slitta al 2020

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Il Sole 24 Ore
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di Alberto Magnani

08 dicembre 2019

LA POLEMICA

What a Mes! La riforma del fondo slitta al 2020

Roberto Gualtieri (Ansa)

Roberto Gualtieri (Ansa)

Slitta la firma dei ministri europei sulla nuova versione del Mes, il meccanismo europeo di stabilità che ha scatenato una polemica tutta italiana fra il premier Conte, il suo stesso partito di maggioranza (i Cinque stelle) e l’opposizione capitanata da Salvini.

Secondo quanto è emerso nel vertice che si è svolto fra il 4 e il 5 dicembre, il “timbro” sul trattato dovrebbe arrivare nel primo trimestre del 2020, passando poi alla fase di ratifica nei vari parlamenti nazionali.

Tra i principali nodi sul tavolo restano le ormai celebri Clausole di azione collettiva, o Cacs, le postille che definiscono le procedure da seguire in caso di ristrutturazione del debito sovrano. I negoziati non hanno riguardato le clausole in sé ma la loro forma legale. In altre parole, non ci sono state trattative sui contenuti ma solo sulla loro espressione formale.

«È bene precisare che non vi è stato negoziato sulle Cacs in quanto tale - scrive Beda Romano - ma soprattutto sulla lettera che il presidente dell'Eurogruppo, Mário Centeno deve trasmettere al neopresidente del Consiglio europeo, Charles Michel in vista del vertice dei Capi di Stato e di Governo della prossima settimana.» 

Ed è proprio su questo fronte che è arrivata l’unica conquista italiana. Il governo è riuscito a far sì che la lettera citi la possibilità di avere discrezionalità al momento di una eventuale ristrutturazione, consentendo ai vari esecutivi di adattare l’operazione a uno specifico mercato obbligazionario. Confusi? Nulla di strano, vista l’abbondanza di formule e tecnicismi. Giusto per ripassare:

Cos’è il Mes?
La “riforma” del Mes è l’aggiornamento del Meccanismo europeo di stabilità. L’organizzazione, nota anche come fondo salva-stati, funziona a grandi linee come una una riserva per sostenere o soccorrere i paesi in difficoltà finanziaria. È la stessa istituzione intervenuta per i salvataggi di Cipro, Grecia, Irlanda e Portogallo. Fra i nodi più controversi ci sono le cosiddette Cacs...

Cacs? Cioè?
Cacs è l’acronimo di clausole di azione collettiva: tecnicamente, delle postille incluse nei prospetti dei titoli di Stato per disciplinare le modalità di ristrutturazione del debito pubblico (a grandi linee, una procedura che modifica gli accordi originari di un prestito per alleggerire gli oneri di un debitore).

Le Cacs prevedono attualmente che la ristrutturazione del debito debba passare per una doppia votazione (double limb) fra gli investitori che detengono il debito sotto forma di titolo di Stato. Con la riforma del Mes si arriverebbe a un sistema a singola votazione (single limb), rendendo la procedura più scorrevole. Per sapere i dettagli, leggere Morya Longo fra i pezzi che suggeriamo su 24+ (vedi sotto).

E la polemica italiana di cui si parlava prima?
Il leader leghista Salvini è partito alla carica contro l’accordo, dichiarando che si tratta di un compromesso «peggiorativo per l’Italia» e sottoscritto all’oscuro del Parlamento. Il premier Conte ha respinto al mittente le accuse, sottolineando che il testo era stato approvato anche dall’Italia in una riunione dello scorso 13 giugno, ai tempi del governo Lega-Cinque stelle.

Nel frattempo, però, lo stesso ministro degli Esteri grillino Luigi Di Maio ha manifestato le sue riserve, creando un dissapore immediato sia con Conte che con gli attuali alleati del Pd. La tesi di Salvini (e Di Maio) è che il nuovo testo obblighi i paesi che fanno ricorso al Mes a dover ristrutturare automaticamente il proprio debito. Una misura smentita sia dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che dal numero uno dell’Eurogruppo Mario Centeno.

I FATTI DELLA SETTIMANA

Storie da Bruxelles, e non solo

1) Londra, il vero voto è sulla Brexit

 Boris Johnson (Afp)

Boris Johnson (Afp)

Ci sono poche certezze sul voto politico che si terrà nel Regno Unito il 12 dicembre. La prima è che si tratta, volenti o nolenti, di un referendum indiretto sulla Brexit: se Boris Johnson otterrà la maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni, potrà finalizzare il “suo” divorzio dalla Ue nei termini stabiliti; se il premier otterrà meno seggi di quelli necessari, è probabile che l’opposizone guidata dai Laburisti scelga di coalizzarsi con i Lib-dem e altre forze per indire una seconda consultazione popolare sulla Brexit.

I sondaggi proiettano i Tory di Johnson a una vittoria abbastanza netta, ma tutti i pronostici sono in bilico fino alla chiusura delle urne. Johnson si è comunque alienato il supporto del vecchio establishment Tory, e non si possono escludere riflessi sui consensi; il Labour di Jeremy Corbyn sta attraversando una fase turbolenta grazie alla linea troppo radicale improntata dal segretario, fra l’altro travolto da uno scandalo sulle sue presunte inclinazioni antisemite.

2) Francia, la riforma delle pensioni infiamma la protesta

Scontri a Parigi (Afp)

Scontri a Parigi (Afp)

Oltre 200 manifestazioni, almeno 800mila partecipanti e clima di guerriglia a Parigi, con infiltrazioni di black bloc e un rogo appiccato al centro di Place de la République.

La Francia è paralizzata da una ondata di proteste esplose contro la riforma delle pensioni promossa dal governo di Emmanuel Macron, una battaglia che ha già fatto scontrare l’Eliseo sul muro compatto dei sindacati.

La riforma prevede - anche - l’armonizzazione delle 42 casse previdenziali attive nel paese e l’introduzione di un sistema a punti per stabilire l’importo dell’assegno pensionistico. Ad oggi, scrive Riccardo Sorrentino, il sistema prevede spese per il 14,9% del Pil, pari a 342,7 miliardi (dati 2017), con un deficit di 2,9 miliardi a fine 2018.

3) Alta tensione a Malta. L’Europa: Muscat lasci

Proteste a Malta (Afp)

Proteste a Malta (Afp)

Tensione alle stelle a Malta. Migliaia di manifestanti si sono riversati sulle strade per chiedere le dimissioni immediate del premier Joseph Muscat, accusato di connivenza con l’omicidio della giornalista Daphen Caruana Galizia. Muscat ha già annunciato che si ritirerà dal suo incarico il 12 gennaio, riservandosi di scegliere il suo successore entro quella data.

La piazza ha risposto con una mobilitazione che dura ininterrottamente dalla seconda metà di novembre. Le proteste sono esplose con l'arresto dell'imprenditore Yorgen Fenech, incriminato come mandante dell'omicidio della cronista. Secondo alcune testimonianze, Caruana Galizia stava indagando su un accordo fra lo stesso Fenech, un accordo di forniture di gas con l’Azerbaijian e rappresentanti dello stesso governo Muscat. L’Europarlamento ha invitato il premier a un passo indietro in tempi rapidi.

4) Germania, cala la produzione industriale

German Chancellor Angela Merkel attends a meeting of government with leaders of Germany's federal states for talks at the Chancellery in Berlin, Germany, December 5, 2019. REUTERS/Hannibal Hanschke

German Chancellor Angela Merkel attends a meeting of government with leaders of Germany's federal states for talks at the Chancellery in Berlin, Germany, December 5, 2019. REUTERS/Hannibal Hanschke

Segnali sinistri dall’economia tedesca. La produzione industriale del paese è scesa dell'1,7% a ottobre rispetto a settembre, confermando la crisi che percorre la manifattura Germania. Il dato, fornito dall’istituto statistico Destatis, è aggravato da un calo annuo della produzione nell’ordine del 5,3%. Le previsioni stimavano un leggero aumento congiunturale. È il peggior tonfo dal 2009, imputabile alla disc esa dei beni strumentali (giù del 4,4%) e a quella del settore delle costruzioni (- 2,8%). Berlino sta risentendo delle turbolenze che travolgono l’industria dell’auto, rallentata da cali di vendite e una nuova ondata di tagli di posti di lavoro nelle principali case del paese.

1) Mes, se l’Italia ha potere di veto a cosa si oppone chi si oppone?

Luigi Di Maio (Ansa)

Luigi Di Maio (Ansa)

2) Il nodo della Cacs: ristruttura il debito è davvero più semplice? 

3) Pensioni, perché la Francia scende in piazza contro la riforma di Macron?

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1 commento:

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