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domenica 14 settembre 2025

Nuovo premier per la Francia declassata da Fitch, tensione nello spazio Nato, la Bce non tocca i tassi

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Il Sole 24 Ore
Europa24

di Michele Pignatelli

14 settembre 2025

la settimana

Nuovo premier per la Francia declassata da Fitch, tensione nello spazio Nato, la Bce non tocca i tassi

Uno dei tre Rafale francesi mobilitati dalla Francia nell’ambito dell’operazione “Sentinella dell’Est”, decisa dalla Nato per rafforzare il fianco orientale dopo il denunciato sconfinamento di droni russi in Polonia mercoledìFrench Armed Forces/Handout via REUTERS T

Buongiorno e bentornati su Europa24, in una settimana densa di eventi e momenti di tensione. In primo luogo in Francia, dove il premier François Bayrou, come peraltro era ormai nelle attese, è stato sfiduciato dall’Assemblea nazionale a cui lui stesso si era rivolto per ottenere sostegno su un drastico piano di risanamento dei conti. A suo favore hanno votato solo 194 deputati, contro 364.

Il presidente, Emmanuel Macron, non ha perso tempo e ha subito nominato il successore, scegliendo però un suo fedelissimo, l’ex ministro della Difesa Sebastien Lecornu: una mossa che difficilmente allargherà i consensi del nuovo esecutivo, chiamato a fronteggiare i timori dei mercati (Fitch ha declassato venerdì il debito francese) e le crescenti tensioni sociali, dalle proteste di Bloquons Tout agli scioperi programmati questa settimana da otto confederazioni sindacali.

Mercoledì era l’atteso giorno del Discorso sullo stato dell’Unione di Ursula von der Leyen, ma prima ancora che la presidente della Commissione prendesse la parola a Strasburgo, lo sconfinamento di droni - con tutta probabilità russi - nei cieli polacchi innalzava a un nuovo livello la tensione tra Ue e Mosca causata dalla guerra in Ucraina. La Russia ha smentito uno sconfinamento intenzionale, ma la sensazione, accentuata dalle dichiarazioni dello stesso ministero della Difesa russo, è che possa essersi trattato di un test delle capacità di reazione della Nato, che peraltro non sono apparse del tutto all’altezza.

Non sorprende in questo contesto geopolitico che la difesa sia stata al centro dell’intervento di von der Leyen davanti alla plenaria dell’Europarlamento, più in generale incentrato sull’esortazione all’indipendenza dell’Europa. Con una serie di declinazioni anche economiche, dal completamento del mercato unico entro il 2028 all’auto elettrica, che potete ripercorrere nel nostro approfondimento. Assente dal discorso, come polemicamente ha puntualizzato il Comitato delle regioni, la politica di coesione.

È ripartito intanto venerdì il dialogo strategico sul settore automobilistico, che ha registrato l’indubbia volontà della Commissione europea di aprire ad alcune richieste dei costruttori, confermando la volontà di anticipare il previsto riesame del controverso regolamento dedicato alle emissioni nocive delle automobili, attualmente fissato per il 2026, puntando sulla neutralità tecnologica per ampliare lo spettro di automobili che potranno essere messe sul mercato dopo il 2035.

È stata anche la settimana del Consiglio direttivo della Bce, che ha lasciato come era nelle attese invariati i tassi di interesse (quello sui depositi al 2%), rimandando ogni futura decisione a una disamina attenta dei dati. Per uno sguardo dall’interno sulle decisioni della Banca centrale europea e, più in generale, per un parere autorevole sul quadro economico dell’Europa vi proponiamo l’intervista concessa al Sole 24 Ore da Joachim Nagel, presidente della Bundesbank.

Chiudiamo con una notizia che si intreccia con l’inizio questa settimana dell’anno scolastico: cresce in Italia la mobilità Erasmus per insegnanti e studenti. I dati registrano, nel 2025, 24.500 alunni in partenza per attività di studio e 13.000 insegnanti in formazione in Europa.

il grafico della settimana

Cinquant’anni di costo del debito in Francia

Fonte: elaborazione su dati Fmi, Banca mondiale, Bce

visto da bruxelles

Le ambizioni di Von der Leyen in una Ue in evoluzione

di Beda Romano

Il discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato mercoledì scorso dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha scatenato reazioni variegate. Tendenzialmente è piaciuto al mondo politico, quello che ruota intorno al blocco centrista del Parlamento europeo, e ai governi nazionali. Rispondeva alle loro richieste e alle loro esigenze. C’è la volontà di accelerare sui fronti più delicati - la sicurezza del continente e la competitività dell’economia. Di tutt’altro avviso molti commentatori che hanno denunciato l’opportunismo della presidente. Skrupellos, direbbero i tedeschi (ossia senza scrupoli). In particolare, il suo mutato atteggiamento nei confronti di Israele ha sorpreso non poco.

Difficile trovare un equilibrio nel valutare una allocuzione, in fondo molto simile a quella degli anni scorsi. Ursula von der Leyen è figlia di un discorso pronunciato a Bruges nel 2010 e nel quale l’allora cancelliera Angela Merkel difendeva il ruolo degli Stati nella confederazione europea. I tempi sono cambiati, e proprio una punta di ottimismo può venire dal mutato contesto. C’è la crescente consapevolezza in molte capitali europee di quanto il mondo stia cambiando rapidamente, di quanto l’Unione europea debba adattarsi. Pur deboli, i governi insieme potrebbero mostrare la strada, dando alla presidente della Commissione europea una nuova tabella di marcia. Lo sguardo corre al mese di ottobre quando si terranno due vertici europei.

il voto in europa

La Norvegia resta laburista ma i populisti avanzano

Il premier norvegese uscente e in pectore Jonas Gahr Stoere durante la notte elettorale a Oslo (Photo by Ole Berg-Rusten / NTB / AFP) / Norway OUT

Le elezioni politiche in Norvegia hanno confermato il primato del Partito laburista del premier, Jonas Gahr Støre, e dell’ex segretario nato, Jens Stoltenberg, con la probabile riedizione di un governo di minoranza sostenuto da partiti di centrosinistra e sinistra. Ma il voto ha registrato anche il raddoppio di consensi del Partito del progresso, declinazione norvegese dell’ondata populista di destra che attraversa l’Europa.

Per i risvolti politici ma anche economici del voto, nel Paese che è il primo fornitore di gas dell’Unione europea, vi suggeriamo anche l’ascolto del nostro podcast Macro.

Continuate a seguirci su Europa24.

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