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Buongiorno dalla redazione del Sole 24 Ore. Questa è Start, la newsletter del mattino con le notizie principali per cominciare la giornata. Oggi è mercoledì 15 ottobre, e questa è la nostra selezione.
I temi legati alla manovra tengono ancora banco sulla prima pagina del Sole 24 Ore di oggi. Quello di ieri pomeriggio doveva, in origine, essere il Cdm "definitivo", in realtà in settimana ce ne sarà un altro: doveva essere domani, 16 ottobre, sarà invece (probabilmente...) venerdì 17. Il consiglio dei ministri è durato poco meno di due ore, con all'ordine del giorno il decreto legge economia, un'informativa sul Documento programmatico di bilancio 2026 (che deve essere inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre) e l'illustrazione delle linee della manovra - che da 16 sale a 18 miliardi - che ha tra le misure principali il taglio dell'Irpef, la rottamazione quinquies, la sterilizzazione parziale dell'aumento dell'età pensionabile, aiuti alle famiglie, sanità, imprese. Proprio le imprese rimarcano, in un articolo a firma di Nicoletta Picchio, le loro richieste all'esecutivo: dagli incentivi automatici per le pmi al modello Zes unica. Tra i punti che cominciano a delinearsi: il contributo che il governo chiede alle banche dovrebbe attestarsi sui 4,5 miliardi (ma le trattative proseguono) e la pace fiscale per il 2023 (salvo per chi non ha mai dichiarato nulla). Invariati nel 2026 i bonus edilizi.
Di manovra si tratta e si discute anche in Francia. Se il primo governo a guida Sébastien Lecornu ha registrato il record di brevità (appena 15 ore), questo secondo sembra avere un orizzonte più ampio. Merito degli annunci fatti dal premier francese all'Assemblea nazionale: congelamento della riforma delle pensioni e dei calcoli contributivi fino a dopo le presidenziali. Come scrive Riccardo Sorrentino, «Lecornu è riuscito dove François Bayrou e Michel Barnier avevano fallito. Ha ridotto a un brusio di fondo le contestazioni dell'Assemblée, che nelle precedenti Dichiarazioni di politica generale del Governo avevano continuamente interrotto il primo ministro di turno. Ha ottenuto questo risultato non solo simbolico in tre mosse: ha ridato centralità al Parlamento, ha annunciato un'imposta eccezionale sui grandi patrimoni, e soprattutto ha promesso la «sospensione della riforma delle pensioni» fino al 2028, quindi dopo le presidenziali». L'obiettivo principe di Lecornu resta comunque un bilancio con un disavanzo inferiore al 5%.
La tregua a Gaza, siglata lunedì in pompa magna in Egitto in quello che è stato un vero e proprio Trump-day, ieri ha tenuto nonostante momenti di tensione: l'uccisione di alcuni palestinesi da parte dei militari israeliani e la questione della restituzione delle salme degli ostaggi morti, che Israele voleva subito ma che, a quanto pare, richiederà tempo. Intanto in Qatar si svolgono i colloqui per la cosiddetta fase-2.
C'è attesa, intanto, anche per capire se davvero il presidente americano Donald Trump sarà in grado di ottenere la fine delle ostilità anche in Ucraina. Nel frattempo la Russia continua a colpire indiscriminatamente: ieri, tra gli altri, è toccato a un convoglio umanitario dell'Onu dove era presente anche un italiano, per fortuna rimasto illeso. Sulla situazione della guerra, oltre che rimandare ai quotidiani articoli e approfondimenti del Sole 24 Ore, mi permetto di consigliare la lettura di un articolo di Yuval Noah Harari, pubblicato sul Financial Times e tradotto sull'ultimo numero di Internazionale.
Sono numerose le notizie di ieri che meriterebbero una citazione: dalla tragedia di Castel d'Azzano, in provincia di Verona, al colpo di stato in Madagascar, dalle richieste della procura per il crollo del Ponte Morandi, alle rinnovate tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Ma ho deciso di sceglierne un'altra, un po' complicata.
Si tratta della vicenda Ubs-Credit Suisse. All'epoca del salvataggio della seconda con l'intervento e la fusione da parte della prima, la Finma (l'Autorità di vigilanza svizzera sulle banche e la finanza) decise l'azzeramento delle obbligazioni «Additional Tier 1»: si trattava di bond emessi e poi subito ritirati, per un valore di 16,5 miliardi di franchi svizzeri. Ora un tribunale elvetico ha stabilito che quell'operazione era illecita. Quindi, per sintetizzare l'esaustivo articolo di Alessandro Galimberti, quei bond «dovranno essere rimborsati ai risparmiatori traditi, tra i quali centinaia di italiani degli oltre 3 mila ricorrenti nella clamorosa class action».
Per ogni approfondimento consultate il quotidiano digitale, e ascoltate i podcast del Sole 24 Ore.
Ecco altre notizie sul nostro sito:
|  | Buona lettura, Carlo Andrea Finotto |
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