| | | | | | | | | | | | – di Michele Pignatelli | | | | | LA SETTIMANA Terremoto Yermak nei negoziati sull’Ucraina, prove di dialogo Ue-Usa, stangata nel budget britannico | |  | | Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dietro di lui, a sinistra nella foto, il primo consigliere dimissionario Andriy YermakFOTO ARCHIVIO | | | | | | | Buongiorno e bentornati su Europa24, in una settimana ancora largamente dominata dalla guerra in Ucraina, tra negoziati, polemiche, e limature al piano di pace messo a punto dagli Stati Uniti. Sull’intero contesto, in realtà, bisognerà ora pesare gli effetti del vero e proprio terremoto politico di venerdì, con le dimissioni di Andriy Yermak, braccio destro del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e negoziatore chiave del team di Kiev, dopo che i funzionari anticorruzione avevano fatto irruzione nella sua residenza e nei suoi uffici. | | | Quanto al piano americano, nettamente sbilanciato sulle posizioni e ambizioni della Russia, l’Unione europea aveva da subito posto, in maniera dialogante ma ferma, alcune obiezioni, ribadite nel vertice straordinario tenuto lunedì a Luanda, a margine del summit con l’Unione africana. E l’azione diplomatica ha sortito alcuni effetti, se è vero che oggetto del negoziato è ora una nuova bozza più equilibrata - se ne parla in questa puntata del nostro podcast Macro - che lascia tuttavia irrisolti alcuni nodi chiave come lo status dei territori in larga parte conquistati da Mosca, a cui il Cremlino non appare disposto a rinunciare. Ne discuterà questa settimana a Mosca l’inviato del presidente Usa Donald Trump, Steve Witkoff, finito peraltro a sua volta nella bufera per le rivelazioni da parte dell’agenzia Bloomberg di una telefonata tra lui e Jurij Ushakov, primo consigliere del presidente russo Vladimir Putin per gli Affari Esteri. | | | Tra Bruxelles e Washington, in linea generale, si è respirato in questi giorni un clima mediamente più disteso, come confermano anche le parole del presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, in questa intervista concessa al Sole 24 Ore e ad altri giornali europei in cui parla di relazioni transatlantiche «stabilizzate». | | | Non che gli attriti siano stati del tutto appianati. Sul commercio, per esempio, l’incontro di lunedì tra i rappresentanti americani, Howard Lutnick e Jamieson Greer, il commissario europeo, Maros Sefcovic, e i ministri del Commercio si è concluso con dichiarazioni dal tono velatamente ricatattorio di Lutnick, che ha vincolato la riduzione dei dazi Usa su acciaio e alluminio a una revisione delle regole europee sul digitale, considerate discriminatorie per le Big Tech Usa. | | | La Commissione europea intanto ha presentato martedì attesi rapporti sulla situazione economica dei Paesi membri e le “pagelle”, ribaltando abitudini e cliché tradizionali, hanno registrato la promozione del bilancio italiano e la bocciatura di quello finlandese (insieme a rilievi fortemente critici nei confronti di quello olandese), sebbene non manchino osservazioni anche per gli squilibri macroeconomici italiani. Interessante e nuova la pubblicazione contestuale da parte dell’Esecutivo comunitario di una raccomandazione (che suona come un allarme) sul capitale umano nell’Unione europea, a corto di specialisti e carente in competenze chiave per le società di oggi e del futuro prossimo. | | | Tornando ai conti pubblici, non è semplice far quadrare quelli britannici: mercoledì la cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, ha presentato un budget che si configura come una vera e propria stangata, aumentando le tasse di 26 miliardi sterline e portando così la pressione fiscale del Regno Unito a livelli record nel dopoguerra. | | | In chiusura parliamo di intelligenza artificiale e di un esperimento suggestivo ma non privo di polemiche: questa settimana venti scuole greche hanno avviato un percorso di formazione intensiva degli insegnanti per conoscere (e utilizzare poi nella didattica) ChatGPT Edu, una variante del chatbot pensata per scuole e università che offre accesso ai modelli più recenti. | | | | | IL GRAFICO DELLA SETTIMANA Il confronto sul debito pubblico | |  | | Fonte: Fmi e stime dei governi | | | | | | | | | | | | VISTO DA BRUXELLES La rivincita del Made in Europe | | | di Beda Romano | | | Nelle attività comunitarie gli ultimi giorni dell’anno sono sempre frenetici. Si accavallano le presentazioni di nuovi provvedimenti e l’approvazione di vecchie proposte, mentre i governi si preparano al Consiglio europeo d’autunno. Nelle prossime settimane la Commissione europea presenterà nuove misure sul fronte delle materie prime o degli investimenti stranieri per meglio difendere il mercato unico dalla concorrenza sleale o dalle tendenze coercitive dei Paesi terzi. L’obiettivo è di ridurre le dipendenze dal resto del mondo e proteggere settori strategici. In passato l’idea di privilegiare il Made in Europe avrebbe avuto vita difficile. Oggi molti Paesi, anche del Nord Europa, sono più possibilisti. | | | Nel frattempo, il presidente del Consiglio europeo António Costa vuole avere a metà dicembre con i capi di Stato e di governo una discussione – la prima di due in tre mesi – sul futuro da dare al concetto di sovranità europea. L’idea è stata ormai fatta propria da molti, se non tutti i Paesi membri. Di questi tempi si parla di sicurezza economica o di geoeconomics. Appartiene a questo ambito anche la proposta di riforma dell’Autorità europea di sorveglianza dei mercati (ESMA) che la Commissione europea dovrebbe presentare a breve. L’obiettivo è di centralizzare la vigilanza in modo da contribuire alla nascita di una unione dei mercati di capitale. In buona sostanza c’è il tentativo dell’Unione di avere atteggiamenti più statuali. | | | | | IL VOTO IN EUROPA Referendum in Svizzera per un’imposta sui patrimoni | |  | | Manifesti elettorali a Ginevra a favore dell’imposta sui patrimoni ereditati superiori ai 50 milioni di franchi svizzeri (Photo by Fabrice COFFRINI / AFP) | | | | | | | La Svizzera vota oggi su una proposta di imposta sul patrimonio che sarà un test, a dire il vero quasi già scritto, sulla propensione alla redistribuzione della ricchezza in uno dei Paesi più ricchi al mondo. | | | La proposta dell’ala giovanile dei socialdemocratici di sinistra, o JUSO, prevede un’imposta del 50% sulle eredità di importo pari o superiore a 50 milioni di franchi svizzeri (oltre 53 milioni di euro) per finanziare progetti volti a ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici. Secondo le autorità fiscali elvetiche, circa 2.500 contribuenti possiedono beni di questo valore. | | | Con ben due terzi degli intervistati contrari alla proposta, stando ai recenti sondaggi, il referendum sembra tuttavia destinato a fallire. | | | Prevista anche un’altra consultazione popolare, che propone di estendere a tutti i cittadini svizzeri — uomini e donne — l’obbligo di prestare un servizio alla collettività. Questo potrebbe assumere la forma del servizio militare, di protezione civile o di un’attività a beneficio della società e dell’ambiente. Anche questo referendum non sembra avere molte chance di successo. | | | Per tutti gli aggiornamenti continuate a seguirci su Europa24, a cui potete iscrivervi a questo link. | | | |
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