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mercoledì 15 gennaio 2020

Guerra dei dazi, arriva la pace tra Usa e Cina

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Il Sole 24 Ore
Morning24 - Le storie da sapere per cominciare la giornata

di Alberto Magnani

16 gennaio 2020

«ACCORDO STORICO»

Guerra dei dazi, arriva la pace tra Usa e Cina

Da destra: Donald J. Trump , Liu He e Zhong Shan  (Epa)

Da destra: Donald J. Trump , Liu He e Zhong Shan (Epa)

Alla fine, la firma è arrivata. Usa e Cina hanno siglato un accordo che interrompe la guerra commerciale ingaggiata negli ultimi 18 mesi dalle due potenze. La cosiddetta «fase uno» della pace è stata sottoscritta alla Casa Bianca dal responsabile al Commercio americano Robert Lighthizer e dal vice premier cinese Liu He, uomo di fiducia del presidente cinese Xi Jinping.

Il presidente Usa ha parlato di un «passo avanti importante» per i rapporti tra i due paesi, definendo «storico» un accordo frutto di mesi di negoziati e vari colpi di scena sull’asse tra le due parti. Trump ha dichiarato che la Cina ha «elogiato» le azioni di contrasto degli Usa sulla contraffazione delle merci.

Ora i rapporti tra Washington e Pechino tornano più distesi, anche se non la fine delle ostilità non risolve le tante incrinature del commercio globale. Pechino, scrive Riccardo Barlaam, «si è impegnata ad acquistare maggiori prodotti americani per 200 miliardi di dollari in due anni.

Tra gli impegni di spesa cinesi spiccano: 80 miliardi di maggiori acquisti di prodotti manifatturieri made in Usa». Il superamento dell’impasse potrebbe trasformarsi in un assist fondamentale per la campagna elettorale di Trump, già scaldata dal blitz contro l’Iran del 3 gennaio.

Un po’ di background?
1) «La Cina non manipola la valuta», segni di distensione con Pechino

2) Non solo dazi, perché sono crollati gli investimenti cinesi in Europa

TOP NEWS!

Cinque storie da sapere

1) Russia, l’addio a sorpresa di Medvedev

Medvedev e Putin (Epa)

Medvedev e Putin (Epa)

Il primo ministro Dmitrij Medvedev e l'intero governo russo hanno rassegnato le dimissioni. Il nuovo premier, già designato da Vladimir Putin, è Mikhail Mishustin, figura poco conosciuta e responsabile dal 2010 del Servizio fiscale federale. Medvedev, scrive Antonella Scott, ha spiegato che le dimissioni del governo «erano necessarie per dare a Putin lo spazio necessario a realizzare le modifiche alla Costituzione annunciate poco prima [...]. Modifiche che mirano a modificare sostanzialmente l'equilibrio dei poteri in Russia».

A proposito, se ve lo siete persi...
Putin, 20 anni in nome della stabilità del sistema

2) Titoli di Stato, domanda record per le lunghe scadenze

(foto Reuters)

(foto Reuters)

I BTp continuano a correre alle aste del Tesoro, e a svettare sono soprattutto le lunghissime scadenza. Ne danno prova la domanda registrata dal titolo ventennale con richieste per 1,49 volte l'ammontare collocato e, soprattutto, il nuovo titolo trentennale, forte di una domanda-record da circa 47 miliardi (emissione di 7 miliardi e un rendimento del 2,5%).

3) Visite mediche, ricoveri ed esami: bonus a rischio per chi paga in contanti
Occhio al contante. Dall’entrata in vigore dell’ultima manovra, la scelta della modalità di pagamento può far perdere (o meno) l’accesso al bonus fiscale per le spese sanitarie: la misura impone di pagare con bancomat e altri mezzi tracciabili le spese detraibili al 19 per cento. La stretta coinvolge un totale di 15 agevolazioni, ma si farà sentire soprattutto per gli «sconti» tra farmacie, visite ed esami oggi utilizzati da 18,6 milioni di persone.

4) Atlantia, revoca e rating sotto tiro

Atlantia (Reuters)

Atlantia (Reuters)

Atlantia, la holding delle famiglia Benetton, manda in allerta gli stakeholder. Fra i fattori di instabilità ci sono un debito importante (quasi 38 miliardi di euro) e il doppio rischio che incombe sulla holding: la possibile revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia, l’iter più vicino all’orientamento del governo, e un colpo di accetta delle agenzie di rating.

5) Eni, tutti assolti nel caso Saipem-Algeria

Eni (Reuters)

Eni (Reuters)

La seconda Corte d'Appello di Milano ha assolto l'ex amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, attuale presidente del Milan, e la compagnia petrolifera italiana nel processo con al centro il caso Saipem-Algeria su una presunta maxi-tangente algerina da 197 milioni di dollari.

Assolti anche tutti gli altri imputati nel procedimento di secondo grado, inclusi i manager di Saipem e la stessa partecipata. La sentenza ha ribaltato il verdetto di primo grado stabilendo che «il fatto non sussiste».

La Corte ha revocato la confisca da 197 milioni di dollari a carico di Saipem nel processo di secondo grado sulla presunta maxi-tangente algerina. La somma era pari alla presunta tangente che Saipem avrebbe pagato per ottenere contratti da 8 miliardi di euro nel paese nordafricano.

Nello stesso giorno, in compenso, l’antitrust ha irrogato proprio a Eni una multa da 5 milioni di euro «per la diffusione di messaggi pubblicitari ingannevoli utilizzati nella campagna promozionale che ha riguardato il carburante Eni Diesel+, sia relativamente all'affermazione del positivo impatto ambientale connesso al suo utilizzo, che alle asserite caratteristiche di tale carburante in termini di risparmio dei consumi e di riduzioni delle emissioni gassose».

Video del giorno!

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