| | | | | | | | | | | | – di Michele Pignatelli | | | | | LA SETTIMANA La guerra all’Iran complica il puzzle mediorientale, al via un G7 con poche aspettative | | -U52078857737SYw-600x313@IlSole24Ore-Web.jpg?uuid=f1ef6214-48fe-11f0-aea9-e1d41b6f882a) | | Una donna con un cartello che chiede lo stop alle relazioni tra Unione europea e Israele durante una manifestazione a Marsiglia Photo by Christophe SIMON / AFP) | | | | | | | Buongiorno e bentornati su Europa24, in una settimana in cui l’agenda dei leader e il dibattito sono stati rivoluzionati dalla nuova, drammatica escalation in Medio Oriente, con l’attacco israeliano all’Iran e al suo programma nucleare e la risposta di Teheran. | | | Per l’Unione europea, che si preparava a esaminare e, con tutta probabilità, rimettere in discussione il suo rapporto con Israele, è un nuovo elemento di valutazione, che rende più complesso e meno scontato l’atteggiamento sanzionatorio nei confronti di Tel Aviv prefigurato dalla grave crisi umanitaria a Gaza, come vi spieghiamo in questa analisi. Lo confermano anche le prime dichiarazioni dei leader europei dopo l’attacco all’Iran che, insieme all’appello alla de-escalation, vedono Paesi chiave come Francia e Germania esprimere solidarietà a Israele. | | | Oggi intanto inizia in Canada un G7 che sarà inevitabilmente influenzato dagli ultimi sviluppi geopolitici. Era, negli auspici delle scorse settimane, un G7 carico di aspettative, spentesi però via via che l’appuntamento si avvicinava, come ha confermato l’annuncio che non ci sarà un comunicato congiunto. Troppo distanti su troppi dossier chiave appaiono infatti l’America di Donald Trump e gli alleati, a cominciare dall’Europa, | | | Per l’Unione europea è una doccia fredda soprattutto sul fronte della guerra in Ucraina, dopo la recente proposta di nuove sanzioni alla Russia e di un nuovo tetto al prezzo del petrolio di Mosca, misure la cui efficacia passa inesorabilmente da un coordinamento con gli Stati Uniti. | | | Non si vedono peraltro schiarite decisive neppure nello scontro commerciale con Washington, che alterna minacce di ulteriori dazi (per esempio sull’auto) a segnali di apertura più o meno convinti a Bruxelles, come quelli lanciati in settimana dal segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick. | | | In questa chiave - quella cioè di un rapporto transatlantico complesso e per certi versi molto più competitivo - si può leggere, in ambito finanziario, anche la proposta della Commissione europea di rinviare di un altro anno alcune regole di Basilea III. | | | Tra i pochi segnali positivi della settimana vanno registrati intanto quelli che arrivano dalla maggiore economia dell’Eurozona, quella della Germania, con diversi think tank tedeschi che hanno rivisto al rialzo le previsioni di crescita per l’anno prossimo, anche per effetto degli stimoli fiscali. Anche l’Ocse prevede una ripresa, ma nel suo outlook evidenzia ancora numerose criticità, come vi raccontiamo in questo approfondimento. | | | Ambiziosa, sull’altro lato della Manica, la spending review presentata dalla cancelleria dello Scacchiere, Rachel Reeves. I piani di investimento e di rilancio dovranno tuttavia fare i conti con un’economia - il dato è arrivato proprio all’indomani della spending review - che ad aprile ha registrato una battuta d’arresto imprevista, quantomeno nella portata. | | | Chiudiamo con una notizia relativa al mondo del lavoro, dove la parità appare ancora lontana. Stando all’ultimo rapporto Eurostat, nel 2024 nell’Unione Europea sono state registrate consistenti disuguaglianze occupazionali legate alla disabilità, al genere e all’origine. Ve lo raccontiamo in questo articolo realizzato nell’ambito del progetto di giornalismo collaborativo Pulse di cui Il Sole 24 Ore è parte. | | | | | il grafico della settimana Il peso dell’oro nelle riserve valutarie | |  | | Fonte: Bce | | | | | | | | | | | | VISTO DA BRUXELLES L’euro torna protagonista, ma senza debito in comune il suo futuro resta incerto | | | di Beda Romano | | | I mercati finanziari stanno attraversando cambiamenti profondi. Le scelte economiche per lo più suicide di Donald Trump e la decisione tedesca di sostenere difesa e investimenti con nuovo e generoso debito pubblico stanno contribuendo a nuovi equilibri, anche valutari. Gli investitori notano nuovi flussi in arrivo nella zona euro, anche se ancora difficilmente misurabili. In un rapporto pubblicato questa settimana la Banca centrale europea ha rivelato che l’oro ha superato l’euro, diventando la seconda riserva più importante al mondo per le banche centrali. Più interessante: quasi il 50% del commercio estero in servizi della Cina avviene in renminbi, con un aumento di circa il 70% in due anni. Nei due casi, le tendenze indicano un indebolimento del dollaro. | | | Per anni, il ruolo internazionale dell’euro è stato volutamente disdegnato, lasciato alla mercé delle grandi tendenze dell’economia e della finanza. Oggi, a Bruxelles e a Francoforte, cresce il desiderio di contribuire attivamente a un nuovo protagonismo della moneta unica, nel quadro di una nuova sovranità europea. Da qui alla pausa estiva, Bruxelles presenterà prime iniziative sul fronte della cartolarizzazione, per creare nel lungo termine un vero mercato europeo dei capitali. Misure apprezzabili, anche se per rafforzare significativamente il ruolo internazionale della moneta unica sarebbe necessario nuovo debito in comune. Lo sguardo corre quindi alla proposta di bilancio 2028-2034 che Bruxelles dovrebbe presentare entro la pausa estiva. | | | |
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