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Buongiorno dalla redazione del Sole 24 Ore. Questa è Start, la newsletter del mattino con le notizie principali per cominciare la giornata. Oggi è domenica 12 ottobre.
Nella Striscia di Gaza e in Israele c'è attesa: per la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, per l'arrivo del presidente americano Donald Trump, per l'evento di lunedì in Egitto dove la tregua verrà siglata ufficialmente alla presenza proprio di Trump e di numerosi leader (tra i quali anche Giorgia Meloni). Ma l'attesa, forse la principale, riguarda anche gli aiuti alla popolazione palestinese. E ieri nel pomeriggio l'agenzia israeliana che coordina il governo dei Territori ha annunciato l'ingresso dei primi camion. Il coinvolgimento italiano nel piano per la tregua potrebbe, tra le altre ipotesi, riguardare il genio militare impegnato a sminare la Striscia.
Restando oltreconfine, Russia e Ucraina cercano di indebolire i rispettivi sistemi energetici, colpendo le infrastrutture. I droni di Kiev - che da mesi danneggiano impianti di produzione e raffinerie russe - nelle scorse ore hanno messo nel mirino una raffineria di Bashneft a Ufa, in Bashkortostan: si tratta di un grande complesso energetico a 1.750 km dal confine con l'Ucraina e 1.200 km a est di Mosca. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha inoltre sentito al telefono il suo omologo Usa, Donald Trump, si è complimentato per il successo diplomatico in Medio Oriente e ha auspicato un intervento altrettanto risolutivo per la guerra con la Russia. I due leader hanno anche nuovamente parlato della possibile consegna a Kiev da parte americana dei missili a lungo raggio Tomahawk. Insomma, pure l'Ucraina attende.
L'attesa è un tema che resta sullo sfondo anche quando si parla di manovra in Italia. Come scrive il collega Andrea Marini, in un articolo di avvicinamento al vertice di maggioranza prima e al Consiglio dei ministri poi (in calendario per martedì), «la posta in gioco è alta: tagli fiscali mirati, misure sociali e interventi sulle pensioni devono convivere con l'esigenza di riportare il deficit sotto il 3% e con la necessità politica di non gravare ulteriormente sul debito pubblico».
La manovra incombe anche nella vicina Francia, ma con toni e ansia diversi rispetto all'Italia. Tanto che le parti paiono quasi invertite rispetto ai cliché del passato, quando era Roma a rischiare di non arrivare all'approvazione del bilancio in tempo utile. Il presidente Emmanuel Macron ha ridato l'incarico di formare un governo a Sébastien Lecornu (che aveva gettato la spugna pochi giorni prima), suscitando non poche perplessità. Lecornu, intanto, ha già incassato l'indisponibilità dei Repubblicani a sostenere l'esecutivo in divenire. Oggi è anche il "grande giorno", quello in cui negli aeroporti prendono il via le nuove regole per viaggiare in Europa. Lo ha già ricordato ieri il collega Enrico Marro, citando l'articolo dettagliato ed esaustivo di Mara Monti, ma visto che potrebbe trattarsi di una piccola rivoluzione, non fa male ripeterlo. Il sistema digitale di ingresso e uscita (EES) è operativo da oggi in gran parte del continente, obbligando i cittadini extra Ue a registrare i dati personali per soggiorni anche brevi: il timbro sul passaporto verrà sostituito da impronte digitali e fotografie. In Italia il sistema verrà introdotto partendo da Roma Fiumicino e Milano (Linate e Malpensa).
Questo è solo un assaggio: per un quadro più esaustivo si può consultare il quotidiano digitale, mentre chi cerca degli approfondimenti ma preferisce ascoltarli può trovarli nella sezione dei podcast.
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