| | | | | | | | | | | | – di Michele Pignatelli | | | | | La settimana Torna l’asse Ppe-destre, Starmer sempre più in bilico, dieci anni dal Bataclan | |  | | IL presidente francese, Emmanuel Macron (al centro) e Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, depongono una corona di fiori all’incrocio vicino al Café Bonne Bière, uno dei luoghi colpiti dagli attentati di Parigi del novembre 2015 EPA/LUDOVIC MARIN / POOL MAXPPP OUT | | | | | | | Buongiorno e bentornati su Europa24, in una settimana ricca di eventi istituzionali di peso a Bruxelles. | | | Uno dei più significativi è stato senza dubbio il voto del Parlamento europeo, giovedì, sulla revisione delle due direttive relative alla rendicontazione in materia di sostenibilità sociale e ambientale. Ha vinto la linea più morbida, che riduce gli obblighi delle imprese e delimita il bacino di aziende interessate, ma il dato politico più importante è l’asse tra il Partito popolare europeo e le destre che ne ha reso possibile l’approvazione: ennesimo segnale di fragilità della maggioranza centrista che sostiene la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con implicazioni future tutte da pesare. | | | Mercoledì ha intanto compiuto passi avanti il prossimo bilancio pluriennale dell’Unione europea, oggetto di forti contrasti tra la Commissione e il Parlamento. Al termine di un dibattito in plenaria, mercoledì, dai correlatori in aula sono arrivati segnali di apertura alle proposte di correttivi arrivate dalla presidente von der Leyen. Proposte anticipate a inizio settimana con una lettera finalizzata a rassicurare il Parlamento su due questioni chiave: il ruolo futuro delle regioni, minacciato dal nuovo impianto centralizzato (a cui guardano con preoccupazione anche le regioni italiane), e i finanziamenti alla politica agricola comune, accorpata con i fondi di coesione, da sempre strategici nella distribuzione di risorse comunitarie. | | | Sul fronte economico-commerciale, aspettando le previsioni d’autunno della Commissione europea, in arrivo domani, il Consiglio Ecofin di giovedì ha registrato un’importante intesa politica per anticipare al 2026 lo stop all’esenzione dai dazi doganali per i pacchi sotto i 150 euro provenienti da Paesi terzi, inizialmente prevista a partire dal 2028. Il provvedimento, mirato a creare condizioni di parità per le imprese europee limitando l’afflusso di merci a basso costo, prevalentemente dalla Cina, si può annoverare tra i timidi segnali di risveglio di un’Europa alla ricerca di una politica industriale, come potete leggere in questa analisi. | | | Nessuno sviluppo invece per quanto concerne l’utilizzo di asset russi congelati per finanziare l’Ucraina, di cui pure i ministri finanziari dell’Unione europea hanno discusso, mentre l’offensiva russa sul campo si fa più pesante e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, deve fronteggiare le ricadute di un’inchiesta per corruzione che tocca uomini molto vicini a lui. | | | Giustizia e potere di nuovo sotto i riflettori anche in Francia, dove l’ex presidente Nicolas Sarkozy ha lasciato il carcere della Santé e prepara, sotto “controllo giudiziario” il processo di appello. Parigi intanto ha commemorato in maniera solenne le vittime del Bataclan e degli altri attentati, a dieci anni da quella tragica sera del 13 novembre 2015, che potete ripercorrere nella sua drammatica escalation e nelle sue implicazioni in questo approfondimento. L’attacco alla Francia, come fu subito definito, ha lasciato inevitabilmente ferite ancora aperte, come ha evidenziato la richiesta dell’unico terrorista sopravvissuto di incontrare le vittime e i parenti delle vittime. | | | Sul fronte politico, respira il governo Lecornu con il via libera dell’Assemblea nazionale alla sospensione della riforma delle pensioni che rafforza le chance di approvazione del budget. Si aggravano invece, sull’altra sponda della Manica, le difficoltà del governo laburista di Keir Starmer, in picchiata nei sondaggi e costretto a smentire un complotto interno al partito per sostituirlo. | | | Chiudiamo proponendovi un approfondimento nell’ambito del progetto di giornalismo collaborativo Pulse, di cui Il Sole 24 Ore è parte: un bilancio e confronto tra Paesi europei nella lotta all’HIV. Nel 2025, il virus che causa l’Aids non è più un’emergenza sanitaria globale, ma resta un indicatore preciso di disuguaglianza. | | | | | | | | il grafico della settimana Maggioranze variabili | |  | | Fonte: Elaborazione Ispi su dati Parlamento europeo | | | | | | | | | | | | visto da bruxelles L’Europa aggiorna le stime di crescita guardando a Berlino | | | di Beda Romano | | | Lo stato dell’economia reale nella zona euro tornerà la settimana prossima ad essere al centro del dibattito a Bruxelles. La Commissione europea è chiamata a pubblicare nuove previsioni di crescita, oltre che di debito e deficit, per il 2025-2027. Intervenendo giovedì scorso a margine dell’Eurogruppo, il commissario all’Economia Valdis Dombrovskis ha sottolineato come l’economia europea si stia rivelando nel 2025 «più forte del previsto» (tutto è relativo, beninteso). Secondo le previsioni pubblicate nel maggio scorso, la crescita nella zona euro era attesa dello 0,9% nel 2025 e dell’1,4% nel 2026. | | | Al netto delle molte debolezze dell’economia europea, la speranza è che il 2026 mostri nuova crescita, grazie soprattutto al pacchetto di investimenti tedesco. Nel solo settore della difesa, il governo federale ha previsto di spendere l’anno prossimo quasi 110 miliardi di euro. Per ora, è da dire, l’industria in Germania continua a soffrire. Infine, un capitolo a sé merita l’Italia. Il governo Meloni spera di ridurre il proprio disavanzo sotto al 3% del prodotto interno lordo nel 2025, e così facendo uscire dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. Indicazioni in questo senso potrebbero giungere dalle stesse previsioni della Commissione europea. | | | |
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