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domenica 27 luglio 2025

Ore decisive per un accordo sui dazi, la Bce lascia fermi i tassi, Macron riconosce la Palestina

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Il Sole 24 Ore
Europa24

di Michele Pignatelli

27 luglio 2025

LA SETTIMANA

Ore decisive per un accordo sui dazi, la Bce lascia fermi i tassi, Macron riconosce la Palestina

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente americano Donald Trump in un incontro del 2020 al World Economic Forum di Davos REUTERS/Jonathan Ernst//File Photo

Buongiorno e bentornati su Europa24, ultimo numero prima della pausa estiva. È stata una settimana ancora una volta dominata dai negoziati commerciali con gli Stati Uniti per scongiurare dazi al 30% sui prodotti Ue dal 1° agosto.

Le parti, secondo fonti diverse ma concordanti, sembrano essersi avvicinate sull’ipotesi di tariffe generalizzate al 15%, sul modello dell’accordo annunciato da Washington con il Giappone, e l’incontro annunciato per oggi in Scozia tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente americano, Donald Trump, ha dato venerdì ulteriore spinta al cauto ottimismo diffuso. Restano naturalmente incognite e punti da chiarire su comparti chiave compresi o esclusi dall’intesa (dall’auto all’acciaio), nonché sugli impegni aggiuntivi che l’Europa potrebbe doversi sobbarcare, dall’acquisto di prodotti americani, come gas e petrolio, a eventuali investimenti negli Stati Uniti. E c’è, naturalmente, la variabile più imprevedibile: la firma finale del presidente Usa Donald Trump. Non a caso, Bruxelles si è preparata anche allo scenario di un no-deal, approvando una lista unificata di controdazi su 93 miliardi di beni Usa, immediatamente utilizzabile a partire dal 7 agosto in caso di mancato accordo.

Qualunque sia l’esito del negoziato con gli Stati Uniti, l’Unione europea deve sforzarsi di assumere quelle iniziative che giovano alle sue imprese e ai suoi cittadini nel mondo conflittuale imposto da Trump, dal rafforzamento del mercato interno agli accordi con altre aree economiche, come chiarisce questa analisi.

Tra i nuovi punti di riferimento nello scenario globale non sembra che l’Europa possa fare molto affidamento sulla Cina, che continua ad apparire rivale sistemico più che partner strategico dell’Unione europea, come ha evidenziato il summit di questa settimana a Pechino, che è andato poco oltre un paio di esili accordi su terre rare e clima.

A guardare oltre gli Stati Uniti è del resto anche il Regno Unito, che pure un’intesa con Washington l’ha già siglata e che ha ufficializzato in settimana uno storico accordo di libero scambio con l’India, suggellato dalla visita a Londra del premier Narendra Modi.

Gli sviluppi dei negoziati commerciali tra Ue e Stati Uniti sono peraltro anche sotto la lente della Banca centrale europea, che in settimana ha lasciato invariati i tassi di interesse, accompagnando la decisione con un comunicato piuttosto laconico. Una scelta figlia anche - ma non solo - dell’incertezza legata alla guerra dei dazi, come vi spieghiamo con l’ausilio di grafici in questa analisi.

Restano caldi per l’Europa anche i due fronti di guerra: Gaza, che ha registrato in settimana l’annuncio del prossimo riconoscimento della Palestina da parte del presidente francese, Emmanuel Macron, e un più generale inasprimento delle posizioni europee nei confronti di Israele, anche a fronte della tragedia umanitaria sempre più grave nella Striscia; e l’Ucraina dove, più che gli sviluppi sul fronte bellico o diplomatico, hanno fatto parlare le vicende interne, con il presidente, Volodymyr Zelensky, costretto a un rapido dietrofront su un disegno di legge che minacciava l’indipendenza dei due organismi nazionali anticorruzione e che aveva scatenato proteste di piazza e critiche dell’Unione europea.

Chiudiamo parlando di ambiente e clima, con una pronuncia storica della Corte di giustizia internazionale dell’Onu, seppure non riferita solo all’Europa: i giudici dell’Aja hanno stabilito che gli Stati hanno l’obbligo di contrastare il climate change. Il parere non è vincolante, ma impatterà sulle future cause legali, anche per le richieste di risarcimento.

IL GRAFICO DELLA SETTIMANA

Immigrazione, svolta in Grecia

Fonte: Servizio di statistica greco, Eurobank

VISTO DA BRUXELLES

Gli equilibrismi di von der Leyen aspettando il Discorso sullo stato dell’Unione

di Beda Romano

A dispetto della pausa estiva, lo sguardo di molti a Bruxelles è già rivolto al discorso che la presidente della Commissione europea pronuncerà in Parlamento a Strasburgo nella prima metà di settembre. C’è particolare attesa quest’anno. Le ultime settimane sono state travagliate, segnate da un voto di fiducia che Ursula von der Leyen ha vinto di misura e da una proposta di bilancio europeo 2028-2034 che ha provocato non poche critiche. Il discorso sullo stato dell’Unione darà indicazioni non solo sulla situazione dell’Europa, ma anche e soprattutto sulle intenzioni della presidente.

Tra le altre cose, il programma della Commissione per l’ultimo trimestre prevede la presentazione di un provvedimento legislativo che regolamenti le comunicazioni digitali (il Digital Networks Act); di modifiche mirate al regolamento REACH, dedicato ai prodotti chimici; e di un piano d’azione per promuovere posti di lavoro di qualità. Più in generale, sarà interessante capire se la signora von der Leyen vorrà continuare a giocare su due piani: l’appoggio centrista e il sostegno dei conservatori, a seconda dei provvedimenti sul tavolo. Il terreno è minato: il voto di inizio luglio ha messo in luce quanto sia facile indire mozioni di sfiducia.

un libro PER L’ESTATE

Dall’allargamento Ue al declino delle democrazie: consigli di lettura

Bandiere dell’Unione europea fuori dal Palazzo della Commissione Ue a Bruxelles REUTERS/Yves Herman/File Photo

Europa24 si ferma per la pausa estiva, in concomitanza con lo stop delle attività istituzionali europee, per tornare il 31 agosto. Vi lasciamo però con una serie di suggerimenti di lettura aventi come denominatore comune l’Unione europea: la problematica, attualissima e destinata a dominare il dibattito, dell’allargamento, in una lucida analisi di Sylvie Goulard, già assistente di Romano Prodi ed europarlamentare; le sfide anche economiche e tecnologiche dell’Europa, messe a fuoco dall’economista Robert Boyer; il progressivo svuotamento delle democrazie occidentali, minate dall’interno da indifferenza e sentimenti antipolitici, visto attraverso la lente di Peter Mair, tra i maggiori studiosi della scienza politica contemporanea; infine, il ruolo chiave svolto dalle donne nei processi di sviluppo sostenibile, con un’attenzione specifica all’Unione europea, in un saggio di Agata Niemczyk, Zofia Gródek-Szostak, Renata Seweryn e Urszula Grzega, docenti delle Università di Cracovia e di Katowice.

Nell’augurarvi buone vacanze, vi diamo appuntamento al 31 agosto.

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